Narratività e cognizione – giornata di studi

NARRATIVITÀ E COGNIZIONE

pensiero, linguaggio, esperienza
presentazione narratività e cognizione mercoledì 27 aprile 2016

Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Lettere e Filosofia – Sala Riunioni I piano (ed. B)

ore 10:00  –  saluti istituzionali
Marina Formica (Coordinatrice Macroarea Lettere e Filosofia)
Emore Paoli (Direttore Dip. Studi letterari, Filosofici e Storia dell’arte)
Franco Salvatori (Direttore Dip. Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società)

ore 10:15  –  presentazione e apertura
Massimiliano Napoli (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”)

ore 10:30 – 13:00  –  interventi
Claudio Paolucci (Università di Bologna Alma Mater Studiorum)
Erica Cosentino (Ruhr-Universität Bochum)
moderatore: Paolo Sorrentino (Laboratorio Romano di Semiotica)

ore 13:00 – 14:30  –  pausa pranzo

ore 14:30 – 16:30  –  dibattito aperto con i relatori

organizzazione e cura: Massimiliano Napoli

L’evento è organizzato in collaborazione con l’Associazione “Ricerca Continua – Alumni Lettere e Filosofia Tor Vergata” (http://ricercacontinua.uniroma2.it) e l’Evolution & Cognition Research Group (http://evolutioncognition.wordpress.com), con il patrocinio dell’International Association for Cognitive Semiotics (http://www.iacs.dk) e di Sensibilia. Colloquium on Perception and Experience (http://www.sensibilia.it)

» Locandina e presentazione dell’evento (PDF)


Scegliere di studiare il rapporto tra narratività e cognizione significa, anzitutto, farsi carico di una serie di resistenze epistemologiche, metodologiche, e perfino culturali, dovute principalmente alle continue frizioni di due “sfere dell’umano” apparentemente inconciliabili. Infatti, se per certi versi parlare di narrazioni permette di affacciarsi su un campo interpretativo vincolato alla storia sociale e culturale dell’uomo, all’individuo stesso e al suo orizzonte esperienziale, per altri versi parlare di cognizione ci pone di fronte a una prospettiva quasi del tutto antitetica, universalizzante, che indaga l’umano nei suoi aspetti biologici ed evolutivi, senza pretese di “specialità” rispetto al resto del vivente. Da un lato, dunque, ritroviamo un’idea di cognizione radicata alla narratività intesa come “modalità” dell’umano, dall’altro, invece, un’idea di narratività radicata a una cognizione intesa come “specificità” dell’umano.
La tensione tra questi due piani non ha impedito a molti filosofi e semiotici di procedere indagando il fenomeno della narrazione, nei suoi modi e dinamiche di esistenza, tenendo conto della contemporanea affermazione di studi cognitivi specifici, generando così percorsi di ricerca che mostrano interconnessioni caratterizzanti e produttive. Contrariamente a quell’apparente inconciliabilità di fondo, dunque, si ritiene possibile concretizzare spazi di lavoro condivisi per la costruzione di un quadro unitario.
Questa giornata di studio, nella sua più ampia visione, vuole riflettere proprio su tale possibilità. A questo scopo, essa è orientata allo studio delle relazioni tra narratività e cognizione a partire da una serie di questioni aperte in cui le riflessioni sui rapporti tra pensiero, linguaggio e forme/flussi dell’esperienza diventano determinanti.
In primo luogo, se e in quale misura sia possibile parlare di narratività in termini di capacità narrativa – cioè, in termini di capacità linguistico-cognitiva, di natura evidentemente evolutiva, in grado di produrre e condividere narrazioni. Ancor più, se ed entro quali limiti sia possibile individuare, rispetto a tale supposta capacità, rapporti di natura strutturale e/o funzionale con il linguaggio e il pensiero. Ed infine, se sia possibile concepire la narratività come fondamentalmente correlata a un più generale “piano organizzativo/comprensivo” dell’esperienza nell’animale umano – individuando, per meglio dire, nella capacità narrativa una componente filo- e ontogeneticamente determinante per lo sviluppo di una cognizione tipicamente umana.


The workshop will tackle the issue of the relationship between narrativity and cognition. In detail, it firstly leads us to take charge of a wide range of epistemological, methodological, and even cultural resistances, which are mainly due to continuous frictions of two apparently irreconcilable “spheres of human”. In fact, in some ways talking about narratives allows us to look over an interpretative field absolutely bound to the social and cultural history of human being, referring to the individual itself and its experience. In other ways talking about cognition confronts us to a perspective almost completely antithetical, even universalizing, which investigates the human being in its biological and evolutive aspects – without any “speciality” claims in respect to other living beings. So, on the one hand, we can find an idea of cognition grounded on narrativity as “modality” of the human being. On the other hand, instead, an idea of narrativity grounded on cognition as “specificity” of the human being.
But tensions between these two plans didn’t prevent many philosophers as well as semioticians to investigate the narration phenomenon, in its modalities and dynamics of existence, keeping in mind the simultaneous affirmation of specific cognitive studies. And these esearch pathways have displayed prominent and fruitful interconnections. Unlike that apparent basic incompatibility, this makes possible to think about shared workspaces for the construction of a unified frame.
The workshop, in its broadest vision, is stated to think over this possibility. For this purpose, it is oriented to the study of relationships between narrativity and cognition, beginning from some unresolved issues in which reflections on relationships between thought, language, and forms/flows of experience become decisive.
Firstly, whether, and to what extent it is possible to talk about narrativity in terms of narrative capability – that is, a linguistic-cognitive capability, in nature clearly evolutive, able to produce and share narrations. Moreover, whether, and to what extent it is possible to establish, in respect to that supposed capability, structural and/or functional relations with language and thought. And finally, whether it is possible to conceive narrativity as basically related to a wide “organizing/comprehensive plan” of experience in human animal – seeing the narrative capability as a decisive phyloand ontogenetic component for the development of a typically human cognition.